A cavallo fra i comuni di San Martino di Lupari e di Castello di Godego, nella parte settentrionale della provincia padovana, si trova una delle cinque riserve archeologiche del Veneto: Motte di Sotto. Il nome "Motte" si riferisce al misterioso terrapieno quadrangolare che si estende su di un'area pianeggiante e racchiude una superficie di quasi 50.000 metri quadrati. È vero che la natura non smette mai di sorprendere creando forme fantasiose, ma questa volta sembra-Ja un po' troppo. Fortunatamente a pensarlo non fu uno qualsiasi, quanto piuttosto il forse poco poetico ma di certo concreto geologo Achille Tellini. Costui studiò il sito e avanzò l'ipotesi che si trattasse di un castrum romano. Scavi successivi provarono invece che le origini del sito erano ancora più remote, probabilmente risalenti all'età del bronzo. Oggi il terrapieno è coperto di vegetazione e il fossato che lo circonda è pressoché scomparso. La porzione di terreno adibita a scopi difensivi si innalza in media di 4 metri dal piano della campagna circostante, ed era costituita da cumuli di terra, probabilmente provenienti dallo scavo del fossato adiacente, e da un sistema di pali in legno infissi nel terreno verticalmente e cOIll1essi a tavole orizzontali. I ritrovamenti nella parte interna del terrapieno, come manufatti in bronzo, pietra e ceramica, oggi sono conservati presso il Museo Civico Torre di Malta a Cittadella: grazie a essi è stato possibile ricostruire la vita di questo villaggio, dedito per lo più alla coltivazione di cereali e ali 'allevamento di mucche, capre e pecore. Il sito è comunque tutt'oggi oggetto di studio: chi ci viveva? Quali erano le abitudini dei suoi abitanti? Qual era il suo scopo preciso e perché questa sua posizione? Molti quesiti risultano irrisolti. Fra le ipotesi più affascinanti che si stanno verificando ci sarebbe la tesi secondo la quale questo luogo serviva a segnare i solstizi e gli equinozi, e addirittura che potesse servire a misurare il tempo e a leggere gli assetti astronomici. Insomma, una Stonehenge de' noantri. |
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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori |